*   AVIAZIONE NAVALE  *
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              LA MARINA MILITARE
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                        STORIA DELLE PORTAEREI ITALIANE

All'inizio furono provati degli aerostati a bordo di diverse navi ed utilizzate navi appoggio per dirigibili. La Marina poteva disporre di navi appoggio aerostati come l'Incrociatore Elba e Liguria. L'aerostato agganciato alla nave con un cavo lungo anche 500 metri, poteva effettuare osservazioni a lunga distanza in mare ed effettuare dei primi rilevamenti aerofotografici. Questi palloni vennero soprannominati Draken.  Nel 1907 venne istituita una sezione che doveva studiare l'impiego dell'aereonautica nella marina. Mario Calderara tra il 1906 e il 1907 realizzò un idroaliante che fu provato con successo nella rada di La Spezia il 1907. L'idroveleggiatore era rimorchiato dal cacciatorpediniere Lanciere che gli forniva la velocità necessaria per alzarsi in volo, in seguito veniva staccato il cavo da rimorchio. Ma poco dopo planava sulla superficie dell'acqua. Occorreva un motore con un rapporto spinta peso adeguato. Invitato nel 1909 dal costruttore Gabriel Voisin in Francia cercò di trovare una soluzione. Ma nell'aprile del 1909 il sottotenente di vascello Calderara non poteva mancare ai voli dimostrativi al campo di Centocelle di W.Wright conseguendo il primo brevetto di pilota. Mario Calderara era il primo ufficiale ad ottenere il brevetto di pilota ed ebbe il comando della prima scuola di volo presso il primo aeroporto militare d’Italia a Centocelle nel 1910.

 (fig. Sopra un Draken, sotto l'idroaliante a La Spezia 1907)  PAG.   1  -   2

Negli USA il pilota acrobata Eugene B. Ely volle provare a decollare da una pedana montata a prua dell'incrociatore americano Birmingham fermo a Hampton Roads in Virginia il 14 novembre 1910. Riuscì a decollare col suo Curtis e dopo un volo di circa 5 minuti atterrò su una spiaggia vicina. Non appagato il 18 gennaio 1911 decollò da un'aeroporto vicino San Francisco ed atterrò su di una rampa montata sulla poppa dell'incrociatore Pensylvania fermo nella Baia di San Francisco. Sulla rampa d'atterraggio si erano predisposte 22 corde, tese da ua parte all'altra con dei sacchi di sabbia da 25 kg, e distanziate tra loro di un metro. L'aereo era provvisto di ganci che avrebbero agganciato le corde in fase d'arresto. L'aereo si fermò nello spazio di soli 10 metri e segnò l'inizio dell'era delle potaerei. 

In Gran Bretagna il Tenente di Vascello Charls R. Samson decolò da una pedana sulla corazzata Africa nel gennaio 1912 col suo Short S.38 e quattro mesi dopo per la prima volta da una corazzata in movimento, la Hibernia. Samson fu anche il primo a pilotare un aereo ad ali ripiegabili (idrovolante). Per cui in Gran Bretagna si incominciarono ad adattare diverse navi come navi appoggio idrovolanti delle quali la prima fu l'Ark Royal.

(foto a lato Calderara e Savoja insieme a Centocelle 1909)

Nel 1912 la Regia Marina prende la sezione aeronautica idrovolanti di Venezia dotata di aerei Borel e Farman francesi, la quale passerà nel marzo 1913 alle dirette dipendenze della Marina. Il 30 ottobre 1912 la prima disposizione dell'Ufficio Ispezioni dei Servizi Aeronautici per la costituzione di una flotta aeromarittima di quattro squadriglie di idrovolanti della Regia Marina. Si aprì una Scuola di Aviazione di Marina il 1 febbraio 1913 e si avviarono attività di ricerca e realizzazione sotto i tenenti di vascello Manlio Ginocchio e da Alessandro Guidoni. Il 17 giugno del 1913, con decreto ministeriale venne istituito il Servizio Aeronautico Della Regia Marina e il 27 giugno 1913 presso il Primo reparto dello Stato Maggiore si creò la Sezione Aeronautica della Marina che divenne il quinto Reparto nel 1914. Le navi si dotarono di idrovolanti che potevano essere calati in mare e la prima corazzata a dotarsene fu la Dante Alighieri con dei Curtis. La Marina volle anche dei dirigibili ottenendo anche due cantieri : Jesi vicino Ancona e Ferrara.

In Italia nel 1912 venne compiuto uno studio per la realizzazione di una nave hangar per idrovolanti da parte del Capitano del Genio Navale Alessandro Guidoni che comportava la trasformazione dell'incrociatore protetto Piemonte. Il progetto non fu approvato.

Guidoni il 26 febbraio 1914 fu il primo pilota a provare un aerosiluramento alla guida di un idrovolante Farman chiamato Pateras - Pescara con motore potenziato, lanciando un prototipo di siluro da 375 Kg. Malgrado l'esito positivo della prova, il progetto rimase in sospeso. In Inghilterra invece poco dopo M.F. Sueter sviluppò con successo il progetto di aerosilurante e la Marina Britannica costituì la prima squadriglia di aerosiluranti Short 184 nel 1914. Nel mar di Marmara nel 1915 un piroscafo turco fu affondato per la prima volta nella storia, da un aerosiluro sganciato da uno di questi Short 184. Verso la fine della Grande Guerra nel 1918 anche l'Italia approntò una squadriglia di aerosiluranti utilizzando dei Fiat SIA - 9B e dei Caproni 450 e 600. Ma compirono una sola missione a Pola senza particolari successi. I britannici ed i giapponesi continuarono a sviluppare gli aerosiluranti nel dopoguerra, imbarcandoli su delle portaerei, accumulando un vantaggio rispetto alle altre potenze all'inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1926 Guidoni propose il progetto di un'innovativa "Nave Portavelivoli" costituita da un'unità a catamarano con ponte di volo contino e sottostante aviorimessa. Guidoni morì il 27 aprile 1928 per provare un nuovo tipo di paracadute.

Di fatto le portaerei nacquero come navi appoggio idrovolanti, i quali venivano calati in mare o issati sul ponte tramite una gru girevole. Furono in seguito sperimentate e limitatamente utilizzate delle catapulte su diverse navi per aiutare il decollo di aerei adattati a tal scopo. Si sperimentarono i primi aerei imbarcati come un Curtis sull'incrociatore corazzato San Marco e un'altro sulla corazzata Dante Alighieri, un Borel sulla corazzata Roma. In seguito degli idrovolanti furono imbarcati anche sulla corazzata Vittorio Emanuele e sull'incrociatore corazzato Amalfi.

All'inizio della Grande Guerra l'Aviazione Navale disponeva di tre stazioni idrovolanti, tre stazioni dirigibili con relative aeronavi e solo15 idrovolanti. Mentre alla fine della guerra disponeva di 550 idrovolanti, 25 dirigibili e 86 aerei da caccia.

Nell'agosto 1913 fu dato alla Marina il primo dirigibile navale denominato M2 ed in seguito chiamato Città Di Ferrara. Nel 1915 fu ultimato il dirigibile Città di Jesi di tipo V dotato di quattro motori per aumentarne la velocità. Il dirigibile Città Di Ferrara entra in azione nella Grande guerra il 24 maggio 1915 con un pattugliamento coste e conseguente bombardamento di navi austro - ungariche. Il 30 maggio 1915 decolla dall'aeroscalo di Campalto vicino Venezia per bombardare Pola dove riesce a sganciare alcune bombe e sfuggire al fuoco dell'artiglieria. Grazie alle nubi e all'oscurità i fari della contraerea non riescono ad inquadrarlo bene ed inseguirlo. Il 7 giugno 1915 il dirigibile punta su Fiume per bombardare il silurificio di Whiteheald che rifornisce i sommergibili U-Boot nemici. Si riesce a colpire lo stabilimento ma la missione prevista non verrà mai completata. Colpito il dirigibile ripiega verso casa ma  nuovamente colpito ammara e viene finito da razzi incendiari lanciati da un idrovolante austriaco. Tra il 4 e il 5 agosto del 1915 viene abbattuto La Città Di Jesi dopo aver bombardato Pola. Finisce così l'avventura dei dirigibili nell'Aviazione Navale, preludio al suo definitivo abbandono per uso bellico vista la loro vulnerabilità.

La prima nave-hangar italiana fu l'Incrociatore Elba (fig, sinistra) costruito nell'Arsenale di Castellamare di Stabia ed entrata in servizio nel febbraio 1896. Già usata come nave appoggio per palloni da osservazione, venne trasformata all'inizio della Grande Guerra nel 1914 in nave appoggio idrovolanti (4 idrovolanti tipo Curtiss Flying Boat) entrando in servizio il 4 giugno. Fu smantellata nel maggio 1921.
La seconda portaidrovolanti fu il mercantile Europa (fig.destra), nata nei cantieri di Glasgow, fu comprata dalla Regia Marina agli inglesi, ed adattata in nave appoggio idrovolanti nell'Arsenale di La Spezia nel 1915. Aveva 6400 tonnellate di stazza, lunga 124 metri, larga 14.4 m e raggiungeva una velocità di 12 nodi. Era provvista di assi trasversali rispetto alla nave che sporgevano di 5 metri dai bordi e dotati di un sistema scorrevole su ferroguida per la messa in mare ed il recupero degli idrovolanti (alternativo al sistema a gru detti picchi di carico). Fu smantellata nel 1920
Dopo la vittoria alla Grande Guerra, con Regio Decreto del 5 Giugno 1920 alle Forze Aeree della Regia Marina viene conferita la Medaglia D'Argento al Valor Militare così come al Corpo Aeronautico Militare con la seguente medesima motivazione :

 " Per l'eroico ed indomito valore dei suoi combattenti, dette sempre ed ovunque magnifico contributo di ardimento, di tenacia, di sacrificio alla causa della Patria, recando al conseguimento della vittoria il più fervido ausilio

Ricordiamo i tre Assi dell'Aviazione Navale nella Grande Guerra : Tenente Di Vascello Orazio Pierozzi con 7 vittorie, Tenente Di Vascello Federico Martinengo e Sottotenente Di Vascello Umberto Calvello con 5 vittorie.

Le prime due Medaglie D'Oro al Valor Militare furono date al Tenente di Vascello Giuseppe Garassini Garbarino e al Tenente di Vascello Eugenio Casagrande

La prima portaerei fu la britannica Furious, nata nel 1917, che dopo diverse modifiche al ponte il 19 luglio 1918 attaccò con 7 aerei Camel una base a terra di zeppelin a Tondern. Però l'atterraggio sul ponte era ancora problematico ed i piloti dovettero ammarare o deviare su una base a terra amica. L' Argus nacque il 1918, fu la prima portaerei inglese a ponte piatto, ma fu pronta a guerra finita.

Nel dopoguerra ci fu il trattato di Washington il 1921 che doveva limitare il tonnellaggio delle navi ammiraglie e portaerei degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone (nel 1936 il Giappone si ritirò dal trattato). Gli americani ebbero la Langley, la prima tuttoponte entrata in servizio nel 1922, seguita dalle portaerei Lexington e Saratoga che erano tutte navi convertite. Il Giappone convertì in portaerei la Akagi e la Kaga e realizzò nel 1922 appositamente come portaerei la Hosho. Mentre i britannici vararono nel 1924 la Hermes. Bisogna aspettare la Ranger il 1933 affinchè gli Stati Uniti costruissero la loro prima portaerei.

In Italia nel 1923 entrò in servizio la nave trasporto per le Ferrovie dello Stato chiamata Città di Messina trasformata nella nave appoggio idrovolanti Giuseppe Miraglia ( fig. sinistra) per il trasporto degli idrovolanti Macchi M.18AR. Aveva una stazza di 5915 tonnellate, lunga 122 m, larga 15 m e raggiungeva i 21 nodi di velocità. Comparvero a bordo delle catapulte per aerei in via sperimentale. Era provvista di due aviorimesse una a poppa e l'altra a prua, per il trasporto aerei. Fu utilizzata nella campagna etiopica del 1935 - 1936 dove si trasportarono anche aerei grandi come i bombardieri ma con le ali smontate. Gli idrovolanti in dotazione furono gli M18AR, i Cant.25AR e i Ro.43.Rimase l'unica portaerei a disposizione sino alla Seconda Guerra Mondiale. Fu smantellata nel 1950.
Sulle corazzate ed incrociatori furono provate ed anche utilizzate delle catapulte dal 1919 in poi per aerei come gli idrovolanti M18AR e Cant.25AR con ali ripiegabili, gli INAM Ro 37, il caccia Re 2000 e il ricognitore Ro 43

I Marinai dell' Aria - Il 28 marzo 1923 nasce la Regia Aeronautica come terza Forza Armata. In merito al passaggio dei reparti di volo della Marina alla neo costituita Arma Aeronautica, il Ministro Della Marina, Grande Ammiraglio Paolo Thaon di Revel scrisse in un Foglio d'Ordini n°73 del 29 marzo 1923 quanto segue : " Nel momento in cui le nostre forze aeree si distaccano dalla Regia Marina per costituire il nuovo ente, che in fraterna unione con l'Esercito e la Marina sarà parte vitale della difesa ed integrità della Patria, mi è grato rivolgere un fervido e cordiale augurio di grandezza e fortuna alla Regia Aeronautica. Ad essa la Marina affida le fresche ma gloriose tradizioni che in guerra ed in pace, in breve volger di anni, i baldi Marinai dell'Aria hanno conquistato, sicura che esse saranno con amore custodite e rafforzate........".

 L'Ammiraglio Revel chiese varie volte inutilmente una maggiore attenzione per l'Aviazione Navale

Il Generale del Genio Navale Giuseppe Rota propose nel 1925 il progetto di un incrociatore portaerei con ponte di volo continuo. Il progetto fu respinto l'11 agosto 1925.

L'Italia negli anni trenta non prese in considerazione la realizzazione di portaerei nuove nate per questo scopo, e non navi trasporto adattate, sia per ragioni economiche sia perchè ritenute importanti ma non indispensabili. Si pensava che l'Italia, essendo una penisola che si protende nel mare, è di per sè una portaerei naturale. Il regime fascista fu principalmente responsabile insieme ad alcuni ammiragli di una politica navale sbagliata, sordi alle richieste della maggioranza degli ufficiali della Marina per un'aviazione navale aggiornata e dotata di portaerei. Ricordiamo il Capitano di Fregata De Filippis che già il 30 ottobre 1912, dopo il conflitto Italo - Turco, inviò la seguente relazione al Ministro Della Marina : "....voler considerare l'inferiorità nella quale si troverà la Marina in tale epoca se sin da ora non si penserà seriamente alla costituzione di una flotta aerea marittima....". La questione delle portaerei fu complessa e coinvolse diverse responsabilità mentre i britannici facevano le loro portaerei con tutti gli ultimi accorgimenti tecnici

L'Aviazione Navale mantenne la sua autonomia sino al 1931, quando passò sotto il controllo della emergente Regia Aeronautica. Nel 1937 una legge assegnava alla Regia Aeronautica tutti i veicoli militari.

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                  Marina Militare Italiana               http://www.marina.difesa.it
                                                                  Si ringrazia la MARINA MILITARE ITALIANA per le fotografie           
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